20/10/2016
La tortura esiste ma la legge no …

La sensibilità ai diritti civili e l’attenzione alla tutela dei più deboli devono indurre il nostro parlamento ad accelerare l’iter della discussione e ad approvare finalmente una legge degna di un paese civile.

Mentre i fatti di cronaca ci ricordano che la tortura esiste, il nostro legislatore sembra essersi dimenticato dei ritardi accumulati e delle sollecitazioni disattese. 

Più volte abbiamo messo il dito in quella che è divenuta una vera e propria "piaga" del nostro sistema penale: la mancanza del reato di tortura che non consente di punire adeguatamente episodi vergognosi di violenza e di trattamenti inumani su persone sottoposte al potere coercitivo della pubblica autorità.

L'Unione delle Camere Penali da sempre, ed in ogni sede, da quelle scientifiche a quelle Congressuali, a quelle parlamentari ha sostenuto la necessità dell'inserimento non più procrastinabile del delitto di tortura nel nostro codice penale in ottemperanza, non solo agli impegni assunti a livello internazionale e alla previsione dell'art 13 della Costituzione (come del resto più volte la Corte EDU ci ha invitato a fare), ma anche e soprattutto per innalzare il livello di civiltà e di democrazia del nostro ordinamento.

Non può tollerarsi che chi rappresenta lo Stato nei rapporti con i cittadini possa tenere gli inqualificabili comportamenti in cui consiste il delitto di tortura e restare impunito. Come più volte sottolineato dall'Unione dalle Camere Penali, il reato di tortura, per esprimere il suo peculiare significato di disvalore deve essere configurato come reato proprio, che può essere commesso cioè solo da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio (non dunque un reato comune come prevede il testo attualmente dormiente in Parlamento), e strutturato su una condotta che ricalchi la definizione di tortura contenuta nelle convenzioni internazionali.

Auspichiamo che la pressione dell’opinione pubblica, delle associazioni tutte sensibili ai diritti civili ed alla tutela dei più deboli, induca il nostro Parlamento ad accelerare l’iter della discussione e ad approvare finalmente una legge degna di un paese civile.

Roma, 20 ottobre 2016

La Giunta