28/06/2017
Anche il dr Woodcock e la cronista Federica Sciarelli hanno diritto al rispetto della presunzione di innocenza.

La diffusione della notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, e il riscontro mediatico che la segue, appartengono a pieno titolo all'indecente circo mediatico giudiziario che i penalisti italiani combattono da sempre. Anche se oggi colpisce chi, da tale circo, non ha mai preso le distanze.

L'Osservatorio sull'informazione giudiziaria dell'Unione delle Camere Penali si è sempre battuto contro il massacro mediatico delle persone sottoposte alle indagini e al filtrare sulla stampa, tra l'altro, di notizie concernenti le iscrizioni nel cd. registro degli indagati. La barbarie mediatica è inaccettabile per tutti e, dalle nostre posizioni di rispetto per le garanzie e per i diritti civili per qualsiasi cittadino, riteniamo inaccettabile che la gogna informativa si scateni a carico di chi, a torto o a ragione (lo si vedrà dopo un regolare processo), si vede oggi accusato di avere, a propria volta, strumentalizzato la propria funzione violando il segreto investigativo. E tali conclusioni non cambiano se la notizia è stata comunicata agli organi deputati all'esercizio dell'azione disciplinare. Non sembra inutile ricordare a tutti, anche a chi (come noi) non condivide né il modo di condurre le inchieste del dr Woodcock né le trasmissioni sulla giustizia spettacolo che della presunzione d'innocenza fanno strame, che anche questa diffusione della notizie dell'iscrizione nel registro degli indagati, e il riscontro mediatico che la segue, appartengono a pieno titolo all'indecente circo mediatico giudiziario che i penalisti italiani combattono da sempre. Anche se oggi colpisce chi, da tale circo, non ha mai preso le distanze.

Roma, 28 giugno 2017

 

L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria UCPI