12/09/2017
Il processo un mero epilogo di un giudizio che viene preventivamente celebrato sui media

Sulla versione online del Resto del Carlino dell’11 settembre 2017, è apparso un articolo dal titolo: “Bologna, stagista denuncia: abusi nel sonno da compagno di stanza”. L’articolo dà conto per filo e per segno della denuncia depositata da un ragazzo, che all’epoca dei fatti (giugno di quest’anno) avrebbe avuto 17 anni, per presunte violenze commesse a suo danno da un dipendente della struttura alberghiera dei lidi ferraresi dove stava ultimando uno stage.

Tali approcci informativi, istituendo –con notizie a senso unico- una sorta di presunzione di colpevolezza “a mezzo stampa”, si pongono in violazione dei principi costituzionali della presunzione di innocenza e della tutela della riservatezza di indagati e parti lese. Il documento dell’Osservatorio sull’informazione giudiziaria UCPI

L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria dell’Unione delle Camere Penali Italiane ritiene di dover ancora una volta stigmatizzare l’operato di quella parte del giornalismo italiano che –in materia di cronaca giudiziaria- fa della spettacolarizzazione del dolore e della vergogna l’ariete per entrare -non importa se in modo consapevole o meno- nell’agone processuale, in spregio di qualsiasi presunzione di innocenza (ma anche di ogni forma di rispetto per chi decide di denunciare un grave abuso), relegando così il processo a mero epilogo di un giudizio che viene preventivamente celebrato sui media.

Sulla versione online del Resto del Carlino dell’11 settembre 2017, è apparso un articolo dal titolo: “Bologna, stagista denuncia: abusi nel sonno da compagno di stanza”.

L’articolo dà conto per filo e per segno della denuncia depositata da un ragazzo, che all’epoca dei fatti (giugno di quest’anno) avrebbe avuto 17 anni, per presunte violenze commesse a suo danno da un dipendente della struttura alberghiera dei lidi ferraresi dove stava ultimando uno stage. Specifica, inoltre, che a giorni -precisamente il prossimo 19 settembre- il ragazzo, ormai diciottenne, sarà sentito dal Pubblico Ministero di Ferrara nell’incidente probatorio da questi richiesto e disposto dal GIP.

Orbene, al di là del formale rispetto dell’art. 114 c.p.p., in quanto gli atti messi a disposizione per l’incidente probatorio, grazie all’ultimo comma del citato articolo, vengono considerati non coperti da segreto, e quindi riassumibili nel loro contenuto, ancora una volta le emergenze processuali che arrivano alla stampa, si guardi il caso, danno conto esclusivamente della prospettazione accusatoria, evidentemente nell’interesse di chi ha fornito gli atti ai media.

Si tratta di una dinamica già rilevata dall’Osservatorio nel “Libro bianco sull’informazione giudiziaria” pubblicato recentemente con l’ausilio dell’Università di Bologna.

Tali considerazioni sono espresse, come sempre, a prescindere da ogni valutazione di merito della vicenda processuale (che sembra peraltro, dalla descrizione giornalistica, piuttosto articolata e meritevole di approfondimenti) e delle responsabilità individuali, rilevando però che la questione– è bene non dimenticarlo-  avrebbe preteso una particolare cautela, coinvolgendo un minore (ed è noto che simili processi godono di particolare riservatezza e deroga alla pubblicità perfino nel dibattimento).

Tali approcci informativi, istituendo –con notizie a senso unico- una sorta di presunzione di colpevolezza “a mezzo stampa”, si pongono in violazione dei principi costituzionali della presunzione di innocenza e della tutela della riservatezza di indagati e parti lese.

Roma, 12 settembre 2017

L'Osservatorio sull'Informazione Giudiziaria UCPI