05/12/2017
Vittoria della legalità davanti alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea

La nota della Giunta sulla sentenza depositata stamane nella causa M.A.S. e M.B. dalla Grande Camera della Corte di Giustizia dell’Unione Europea 

Con la sentenza depositata stamane nella causa M.A.S. e M.B. la Grande Camera della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sostanzialmente rovesciato il verdetto espresso nel 2015 nella sentenza Taricco. Essa ha infatti riconosciuto che per quanto l’art. 325 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea imponga agli Stati membri di assicurare una efficace riscossione delle risorse dell’Unione (in questo caso agli imputati veniva addebitata una frode IVA), il giudice nazionale non sia tenuto a conformarsi a tale obbligo se esso contrasti con il principio di legalità dei reati e delle pene, inteso in questo caso come necessità di prevedibilità, determinatezza e irretroattività della legge penale.

L’Unione delle Camere Penali che ha assunto la difesa di una delle parti davanti alla Corte di Giustizia, attraverso i Proff. Gaetano Insolera e Vincenzo Zeno-Zencovich, ha emesso il seguente comunicato:

“Da due anni tutta l’avvocatura italiana ha combattuto perché allo sfregio al principio di legalità contenuto nella sentenza Taricco venisse posto rimedio. Si deve dare atto alla Corte di Giustizia – dietro l’illuminato impulso della Corte Costituzionale italiana che ha rimesso la questione al Lussemburgo per un nuovo e più meditato esame - di aver saputo invertire la rotta. Spetterà ora al Parlamento, che nel nostro ordinamento è l’unico soggetto cui è demandato il potere di emanare norme in materia penale, dare attuazione alla recente Direttiva 1371/17 sul doveroso contrasto alle frodi fiscali”.

Roma, 5 dicembre 2017

La Giunta