22/12/2017
Polonia ed Unione Europea: cosė vicine, cosė lontane

Il comunicato congiunto col quale l’Unione delle Camere Penali Italiane, l’Institut des Droits de l’Homme des Avocats Européens, ’International Association of People’s Lawyers e la Liga vor de Rechten van de Mens, esprimono la propria preoccupazione sull’attacco allo stato di diritto in corso in Polonia

 

 

L’Unione delle Camere Penali Italiane, l’Institut des Droits de l’Homme des Avocats Européens, l’International Association of People’s Lawyers, e la Liga vor de Rechten van de Mens esprimono la propria preoccupazione per l’attacco allo stato di diritto in atto in Polonia.

In tal senso accolgono con favore l’avvio da parte della Commissione europea della complessa procedura di cui all’art. 7 del Trattato sull’Unione europea.

Quello della Commissione è solo il primo passo di un lungo iter che dovrà coinvolgere tutte le istituzioni dell’Unione; si tratta, però, di una presa di posizione senza precedenti che testimonia la forte attenzione verso il rispetto dei valori dello Stato di diritto.

L’iniziativa della Commissione è stata resa necessaria dall’atteggiamento del Governo e della maggioranza parlamentare polacca che ha assunto, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo, una serie di posizioni particolarmente rilevanti, oltre che idonee a condizionare l’assetto della divisione dei poteri e l’indipendenza dell’ordinamento giudiziario, soprattutto rispetto al potere politico, dello Stato membro in questione. Si tratta di problemi che condizionano i valori fondanti e fondamentali dell’Unione europea come proclamati dall’art. 2 del Trattato sull’Unione.

La raccomandazione della Commissione ha indicato una serie di azioni che devono essere adottate dalle autorità polacche per rispondere alle sue preoccupazioni. In particolare, ha invitato le autorità polacche a modificare la legge sulla Corte Suprema, evitando di prevedere un'età pensionabile ridotta per i giudici attualmente in ruolo, rimuovendo il potere discrezionale del Presidente per prolungare il mandato dei giudici, nonchè la procedura di appello straordinario, che include il potere di riaprire i giudizi definitivi; modificare la legge sul Consiglio nazionale per il potere giudiziario, affinchè non cessino dal mandato i membri del potere giudiziario, garantendo, altresì, che sia assicurata la loro elezione da parte dei loro pari; modificare o revocare la legge sull'organizzazione delle corti ordinarie, in particolare per rivedere il nuovo regime pensionistico per i giudici, compresi i poteri discrezionali del Ministro della giustizia per prolungare il mandato dei giudici, nonché nominare o revocare i presidenti dei tribunali; ripristinare l'indipendenza e la legittimità del Tribunale costituzionale, assicurando che i suoi giudici, il presidente e il vicepresidente siano eletti legittimamente e assicurando che tutti i suoi giudizi siano pubblicati e pienamente attuati; astenersi da azioni e dichiarazioni pubbliche che potrebbero ulteriormente minare la legittimità del potere giudiziario.

La Commissione ha, altresì, deciso di deferire il governo polacco alla Corte di giustizia europea per violazione del diritto dell'UE riguardante la legge sui tribunali ordinari e, in particolare, il regime pensionistico che introduce una discriminazione di genere in ragione dell'introduzione di un'età pensionabile diversa per i giudici di sesso femminile (60 anni) e per i giudici di sesso maschile (65 anni), in contrasto con l'articolo 157 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) e con la direttiva 2006/54 sulla parità di genere nel lavoro, nonché per il fatto che l'indipendenza dei tribunali polacchi potrebbe essere compromessa dalla previsione che al Ministro della Giustizia è stato conferito un potere discrezionale di prorogare il mandato dei giudici che hanno raggiunto l'età pensionabile.

Riteniamo che l’Avvocatura europea non possa rimanere inerme e passiva al cospetto di questa grave regressione del sistema delle garanzie e delle tutele costituzionali nella Repubblica polacca, Paese che ha, nel passato, dato un importante contributo alla causa della libertà e dei diritti umani.

Tra l’altro, il comune contesto europeo, i principi di mutuo riconoscimento e fiducia reciproca che reggono i rapporti tra gli ordinamenti dei Paesi UE, impongono la massima attenzione e vigilanza avverso ogni tentativo di regressione degli standard di tutela dei diritti fondamentali raggiunti nell’Unione Europea. Come, infatti, noto soprattutto agli operatori del diritto, la creazione di uno spazio giudiziario comune nel territorio degli Stati membri rende a tutt’oggi pienamente validi, riconoscibili ed eseguibili i provvedimenti giudiziari provenienti dalla Repubblica polacca, così come immediatamente eseguibili le richieste di arresto veicolate attraverso lo strumento del Mandato di Arresto Europeo o le controversie relative all’affidamento dei minori; ciò ci rende immediatamente e completamente coinvolti nelle vicende polacche e ci impone una piena e salda presa di posizione a favore del pieno rispetto della Costituzione e dei principi costituzionali dell’Unione europea, oltre che delle regole e dei diritti previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

La garanzia di un giudice terzo ed indipendente, soggetto alla legge  e rispettoso dei diritti fondamentali,  rappresenta uno dei valori irrinunciabili della costruzione europea ed è quindi necessario che si attivino a livello UE tutte le procedure volte alla riaffermazione dei valori dello Stato costituzionale e di diritto nell'interesse dei cittadini polacchi, in primis, e conseguentemente di tutti i cittadini europei.

Unione delle Camere Penali Italiane (www.camerepenali.it)

Institut des Droits de l’Homme des Avocats Européens (www.idhae.org)

International Association of People’s Lawyers (www.iapl.net)

Liga vor de Rechten van de Mens (www.ligarechtenvandemens.nl)