15/10/2018
Carcere di Sanremo ed emergenza detenuti

Continua a crescere il numero dei detenuti e la rivolta nel carcere di Sanremo ne è la tragica conseguenza. 

L’inerzia politica di fronte ai drammi che ogni giorno affliggono le nostre carceri é un dato inquietante. Un decesso ogni 3 giorni, un suicidio a settimana, la recente morte di due bambini uccisi dalla madre, sono dati che presto vengono dimenticati, come se avvenissero in un altro mondo, in un altro pianeta.

Si è voluto bloccare la riforma penitenziaria ormai in dirittura di arrivo, senza comprendere che rappresentava la vera ed unica possibilità per uscire da una cronica emergenza, nel rispetto della Costituzione, degli impegni internazionali e della stessa sicurezza dei cittadini.

La possibilità per il Magistrato di Sorveglianza di concedere misure alternative, oggi “di comunità”, senza automatismi o preclusioni, è stata cancellata con un colpo di spugna all’insegna di “più carcere” in nome di un concetto di “certezza della pena” ottuso e assolutamente fuorviante.

I tre decreti emessi dal Governo, dopo aver annullato il principio cardine della Riforma, non potranno mai trovare concreta applicazione, con l’aumento del sovraffollamento che ormai è tornato a cifre più che preoccupanti. Le stesse norme sul lavoro penitenziario, che rappresentano certamente un passo in avanti rispetto alla legislazione precedente, resteranno sulla carta, come i tanti lungimiranti articoli inseriti nell’Ordinamento Penitenziario del 1975.

La rivolta di Sanremo, pertanto, non sorprende. I detenuti sono esasperati. La loro dignità è calpestata ogni giorno e le aspettative nutrite in questi ultimi anni di un cambiamento possibile, ormai sono svanite.

L’Unione Camere Penali, con il proprio Osservatorio Carcere, invita il Parlamento ed il Governo a prendere atto della situazione e ad intervenire con provvedimenti immediati nel rispetto della Costituzione, recuperando il principio ispiratore della Riforma, così come inserito nella Legge delega della passata legislatura.

L’atto d’indirizzo firmato in questi giorni dal Ministro della Giustizia va in senso contrario e offre soluzioni a breve termine, che non possono trovare applicazione nella drammatica situazione attuale, e a lungo termine, come la costruzione di nuovi istituti penitenziari, che oltre a non avere le risorse disponibili, rappresenta la cura peggiore del male.

Roma, 15 ottobre 2018

La Giunta

L'Osservatorio Carcere UCPI