Pubblichiamo la lettera con cui il Presidente dell'Unione ha inteso non solo ringraziare il Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci, per la parole augurali rivolte, ma anche andare oltre i ringraziamenti. In allegato la lettera.
Illustre Presidente,
Le esprimo i miei più sinceri ringraziamenti per le parole augurali che Ella ha inteso rivolgermi, ed ancor di più per gli auspici di un dialogo ed un confronto sempre più aperto e costruttivo tra magistratura e penalisti italiani.
Desidero anzi andare oltre la semplice manifestazione di intenti. Viviamo tempi difficili, nei quali alcuni valori fondativi del nostro stesso patto costituzionale sembrano minacciati, o almeno messi sbrigativamente in discussione. Sono forse valori cari solo alla comunità dei penalisti italiani?
La presunzione di non colpevolezza; il valore supremo della libertà personale, solo eccezionalmente sacrificabile prima di una sentenza definitiva di condanna; la finalità rieducativa della pena, e la necessità che la sua esecuzione non degradi mai la dignità della persona; un processo giusto, equo, rispettoso del diritto dell’imputato ad una decisione in tempi ragionevoli, governato e deciso da un giudice terzo, equidistante da accusa e difesa; la indipendenza della magistratura: son o non sono questi i valori necessariamente comuni a tutti i protagonisti della giurisdizione?
Noi siamo certi che lo siano, che debbano esserlo. La diversa declinazione di quei valori è fisiologia di un confronto dialettico; ma i tempi che corrono chiedono a tutti un gesto di consapevole responsabilità, e cioè di schierarsi affermandone la indefettibile irrinunciabilità.
Noi non solo speriamo, ma vogliamo essere certi che questa scelta sia la scelta della magistratura italiana, senza equivoci o riserve di sorta. E che dunque siano questi gli invalicabili confini del confronto che Lei per primo così autorevolmente auspica, senza limitazioni o esclusioni pregiudiziali, nel reciproco riconoscimento della piena legittimità dei diversi punti di vista, ma nella riconosciuta necessità della difesa comune di quei principi di libertà e di civiltà democratica.
Noi siamo e saremo sempre interlocutori fermi nei principi, attenti nell’ascolto, rispettosi del valore supremo della indipendenza della magistratura e delle istituzioni repubblicane. Da noi non potrete mai ricevere l’invito –già rivolto ad altre istituzioni indipendenti- di candidarvi alle prossime elezioni politiche per trovare nel consenso popolare la Vostra legittimazione democratica. Pochi mesi fa sarebbe sembrata solo una battuta di cattivo gusto , oggi è una possibile, concreta risposta politica. Un motivo in più, ne siamo certi, per investire ogni energia ed ogni disponibilità nel dialogo e nel confronto più aperto e serrato con noi penalisti italiani.
Grazie ancora per il Suo cortese pensiero augurale, e colgo l’occasione per ricambiare i sensi della mia sincera stima e considerazione.
Con viva cordialità.
Roma, 23 ottobre 2018
Avv. Gian Domenico Caiazza
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