07/12/2018
Elenco difensori d'ufficio, la contrarietà dell'Unione alla proroga

La Giunta UCPI con il proprio Osservatorio sulla difesa d'ufficio esprime contrarietà per la proroga del termine per la presentazione delle istanze di permanenza nell’elenco dei difensori d’ufficio. In allegato la nota mandata al CNF

Abbiamo appreso che la Commissione in indirizzo ha ritenuto, con propria disposizione del 4 dicembre scorso, di prorogare il termine per la presentazione dell’istanza di permanenza nell’elenco unico nazionale dei difensori d’ufficio al 30 aprile 2019.

Nello spirito di chiarezza e franchezza che caratterizza i rapporti tra U.C.P.I. e C.N.F., esprimiamo la nostra contrarietà a tale decisione.

Viene preliminarmente in rilievo una questione di metodo: la difesa d’ufficio – dalla elaborazione dell’articolato che è stato poi sostanzialmente recepito con il decreto legislativo 31 gennaio 2015 n. 6, al regolamento 22 maggio 2015 – ha sempre visto Camere Penali e Consiglio Nazionale Forense dialogare e collaborare tra di loro; purtroppo in questa occasione dobbiamo constatare la mancanza di coinvolgimento dell’Unione nella decisione di concedere, anticipatamente, una proroga del termine per la presentazione delle domande di permanenza.

Tale decisione non ci pare condivisibile neppure nel merito, per un duplice ordine di ragioni. Da un lato ci consta che molte domande di permanenza, seppur tempestivamente inviate dagli Ordini, non siano state ancora vagliate: non sappiamo quali siano le ragioni che hanno determinato questo ritardo, ma certo è che lo stesso si traduce inevitabilmente in una sostanziale mancanza di controllo sulla sussistenza dei requisiti di permanenza; dall’altro, questa proroga non può essere giustificata da difficoltà di ordine tecnico-informatico, che già si sono manifestate in passato e che possono e devono essere tempestivamente risolte (anche per evitare pregiudizio agli Avvocati ed agli Ordini più puntuali e “virtuosi”).

Tali considerazioni ci inducono ad una riflessione più ampia, relativamente alla attuazione del decreto legislativo n. 6 del 2015: la Riforma della difesa d’ufficio, che abbiamo voluto con forza e convinzione, chiama prima di tutto noi Avvocati a un mutamento culturale, che passa anche per il rigoroso rispetto di adempimenti che non sono mere formalità ma lo strumento che si è individuato per garantire che la difesa d’ufficio venga svolta da difensori preparati e che esercitino realmente l’attività nel settore penale (è questa, infatti, in particolare la ratio dei requisiti di permanenza).

È opportuno, allora, che – su questi aspetti – vi sia consapevolezza da parte degli Avvocati iscritti all’Elenco nazionale e delle Istituzioni Forensi, per non correre il rischio di vedere tacitamente abrogati quei requisiti – pur minimi – che abbiamo voluto inserire per garantire la effettività della difesa a beneficio del cittadino, oppure e comunque il rischio di legittimare comportamenti non conformi al dettato normativo e regolamentare.

Non possiamo – soprattutto in un momento nel quale la nostra funzione è gravemente sotto attacco da più parti – consentirci alcun arretramento nella tutela dei diritti delle persone, tanto più quando tale tutela dei diritti dipende, in prima battuta, proprio da noi Avvocati.

L’auspicio è che, in un rinnovato spirito di collaborazione e confronto, vengano adottate tutte le misure necessarie perché siano garantite in modo rigoroso effettività e qualità della difesa per tutti i cittadini.

Roma, 6 dicembre 2018

La Giunta UCPI

L' Osservatorio sulla Difesa d'Ufficio 'Paola Rebecchi'