10/12/2018
Controriforma della prescrizione: la lettera ai Senatori della Repubblica

Pubblichiamo la lettera del Presidente Gian Domenico Caiazza, inviata a tutti i senatori, per esprimere lo sconcerto non solo dei penalisti italiani ma della intera comunità dei giuristi di fronte alla scelta di prevedere un simulacro di discussione – un paio di giorni, più o meno- di temi di simile complessità e delicatezza, e per riportare tutti i contributi scientifici in voce e per iscritto che decine e decine tra i più autorevoli giuristi italiani hanno ritenuto di offrire in occasione di quella Manifestazione Nazionale di Roma del 23 novembre scorso.

Gentili Senatrici e Senatori della Repubblica,

abbiamo preso atto della serrata calendarizzazione programmata per la discussione e la approvazione del disegno di legge in tema di corruzione e reati contro la Pubblica Amministrazione, all’interno del quale è stata inserita la riforma sostanzialmente abrogativa dell’istituto della prescrizione dei reati.

Sono certo di esprimere lo sconcerto non solo dei penalisti italiani ma della intera comunità dei giuristi di fronte alla scelta di prevedere un simulacro di discussione – un paio di giorni, più o meno- di temi di simile complessità e delicatezza.

Già in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati si è proceduto ad una serie di audizioni sull’emendamento introduttivo della prescrizione, all’esito delle quali non uno dei giuristi interpellati si è sottratto dal sottolineare con chiarezza la irrazionalità di quella norma, in quanto destinata a produrre effetti esattamente opposti a quelli che ne costituirebbero l’obiettivo, e la sua manifesta contrarietà al quadro costituzionale, con particolare riguardo al principio della ragionevole durata dei processi di cui all’art. 111 Cost.

Nei giorni seguenti si è tenuta al Teatro Manzoni in Roma una manifestazione davvero senza precedenti, che ha visto schierarsi con determinazione, al fianco dei penalisti italiani, il meglio del pensiero giuridico penalista, processual penalista e costituzionalista del nostro Paese. Mai prima d’ora si era assistito ad una simile prova di forza dell’Accademia italiana, e ad una sua presa di posizione pubblica così esplicita ed inequivocabile.

A fronte di ciò, non credo possiate ignorare che non un solo giurista italiano -dico: non uno solo- ha ritenuto di esprimere sostegno ad una riforma quale quella che vi apprestate ad approvare, o forse sarebbe meglio dire a ratificare.

Perciò credo sia lecito interrogarVi, quali rappresentati politici della intera comunità nazionale, per chiederVi: davvero tutto ciò non ha nessun valore per Voi? Davvero pensate che -insieme al bagaglio di esperienza dell’Avvocatura e della Magistratura- lo studio, la conoscenza scientifica del problema, l’autorevolezza di chi insegna diritto e forma nelle Università i giuristi -magistrati, avvocati, pubblici amministratori, docenti- non meriti nessuna considerazione o attenzione? Davvero ritenete di poter essere dei buoni legislatori approvando norme e principi unanimemente censurati dall’intera comunità dei giuristi italiani, senza nemmeno confrontarVi con quelle censure?

Lasciateci sperare che non sia così, che non si voglia mortificare con una simile iattanza il pensiero, la cultura giuridica, le professionalità giudiziarie del nostro Paese.

Mi permetto allora di indirizzarVi a questo link: http://www.camerepenali.it/cat/9260/laccademia_italiana_con_lucpi.html , dove abbiamo avuto cura di raccogliere i contributi scientifici in voce e per iscritto che decine e decine tra i più autorevoli giuristi italiani hanno ritenuto di offrire a tutti noi in occasione di quella manifestazione, sui temi che Voi, nella Vostra responsabilità di legislatori, Vi apprestate ad affrontare in Senato.

Ascoltate la cultura, ascoltate il pensiero di chi ha dedicato la propria vita allo studio del Diritto, ascoltate chi, per la professione che svolge, conosce bene i temi dei quali siete chiamati a discutere e a decidere.

Immaginare di poterne prescindere sarebbe un segnale allarmante ben al di là del merito delle specifiche questioni in discussione, perché avrebbe il segno di una delegittimazione mortificante di chi riveste, nella nostra Società, il ruolo cruciale di formare pensiero, professionalità, cultura.

Vi ringrazio per l’attenzione, e Vi auguro davvero un buon lavoro.

Roma, 10 dicembre 2018

Avv. Gian Domenico Caiazza