05/02/2019
Nessun concreto impegno del governo per il sovraffollamento e le carceri sono luoghi di tortura

Ad ennesima testimonianza del problema del sovraffollamento e del degrado delle carceri, a Trento si dimettono i Responsabili dell’Area Medica, ritenendo non più possibile garantire la salute dei loro pazienti. Il documento della Giunta e dell’Osservatorio Carcere
 

L’Unione delle Camere Penali Italiane, con il proprio Osservatorio Carcere, da tempo ha lanciato l’allarme per i diritti negati nelle carceri italiane e, in particolare, il 27 dicembre u.s., aveva denunciato che la rivolta dei detenuti nel carcere di Trento era dovuta alla drammatica situazione di quell’istituto.

Vi erano stati due suicidi in pochi giorni e due tentativi sventati dalla Polizia Penitenziaria. Il Prefetto aveva dichiarato che i problemi erano pochi e si potevano risolvere.

Apprendiamo, invece, dal Presidente della Camera Penale di Trento che i Responsabili dell’Area Medica si sono, nei giorni scorsi, dimessi ritenendo impossibile garantire la salute dei loro pazienti in mancanza di un’immediata e radicale ristrutturazione del settore medico-psichiatrico e dell’area trattamentale interna al carcere. Inoltre vi sono stati due nuovi tentativi di suicidio mediante impiccagione, con il ricovero dei due detenuti presso l’Ospedale S.Chiara. Un altro detenuto è stato sottoposto a trattamento medico per l’ingestione di acqua e detergente.

I problemi, contrariamente a quanto si vuole sostenere, sono enormi e non solo a Trento. Occorre intervenire con urgenza, recuperando i lavori delle Commissioni Ministeriali per la Riforma dell’Ordinamento Penitenziario che hanno seguito le indicazioni della Legge Delega del Parlamento al Governo, accogliendo le indicazioni della sentenza “pilota” della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dell’8 gennaio 2013.

Le soluzioni indicate dal Ministro della Giustizia, come la costruzione di nuove carceri, al di là del dato ideologico che non si condivide, sono comunque irrealizzabili in tempi brevi e contribuiranno a causare altri suicidi e morti di Stato. 

Il Governo dovrebbe iniziare ad “ascoltare” gli addetti ai lavori, interrompendo il percorso populista che, nelle carceri italiane, fa purtroppo danni irreparabili.

L’Unione delle Camere Penali si riserva iniziative di protesta più rilevanti, ove non vi sarà un’immediata inversione di rotta.

Roma, 5 febbraio 2019

La Giunta

L'Osservatorio carcere UCPI