10/04/2019
Il ruolo dell'avvocatura e della giustizia penale internazionale per risolvere la crisi in Venezuela.

L’Unione ha partecipato alla tavola rotonda “La Difesa dei Diritti Civili in Venezuela” organizzata dal Global Campus of Human Rights di Venezia, suo partner, esprimendo solidarietà a Lorent Saleh, Premio Sakarov 2017 del Parlamento Europeo per la libertà d’espressione e rinsaldando la collaborazione con Michel Forst, Relatore Speciale ONU sulla situazione dei difensori dei diritti umani.

Al seguente link il report completo dell’incontro scritto dall’Avv. Federico Cappelletti, Responsabile dell’Osservatorio Europa, per “Articolo 21 liberi di…”
Report incontro 

 

La giornata inaugurale della Venice School of Human Rights è stata l’occasione per incontrare Lorent Enriquez Gómez Saleh, 30 anni, 4 dei quali trascorsi presso “La Tumba”, la tomba, il carcere di massima sicurezza ubicato nel cuore di Caracas dove gli oppositori del governo venezuelano sono detenuti in isolamento 5 piani sottoterra, in sette celle di 3 metri per due, senza mai vedere la luce del sole, né respirare aria naturale subendo una tortura fisica e psicologica. Dopo aver raccontato la sua storia e fornito la sua chiave di lettura dell’attuale crisi nel suo Paese, il Venezuela, dal quale è stato esiliato sul finire dello scorso anno, dimostrando un carisma ed una gioia di vivere contagiosi, ha concluso il suo intervento con una domanda che è rimasta sospesa nell’aria nel silenzio commosso dei presenti: “Quanti morti dobbiamo ancora vedere?”

Hanno provato a dare una risposta, ciascuno per il suo ambito di competenza, l’Ambasciatrice Mara Marinaki, consigliere principale del Servizio europeo per l’azione esterna sulle questioni di genere e l’attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU n. 1325 su Donne, Pace e Sicurezza, il Prof. Michel Forst, Relatore speciale dell’ONU sulla situazione dei difensori dei diritti umani, ed il Prof. Manfred Nowak, Segretario Generale del Global Campus of Human Rights, già Relatore speciale dell’ONU sulla tortura.

In particolare, a fronte di violazioni dei diritti umani e crimini contro la popolazione che hanno raggiunto il livello di crimini contro l’umanità, è stato evocato il compito di protezione delle vittime da parte della Corte Penale Internazionale - la quale può esercitare la propria giurisdizione sui crimini di sua competenza commessi sul territorio del Venezuela o da suoi cittadini a partire dal 1° luglio 2002 essendo stato depositato lo strumento di ratifica Statuto di Roma il 7 giugno 2000 - con la consapevolezza, però, che i tempi che stiamo vivendo non sono più quelli durante i quali è stato concepito la Statuto di Roma, istitutivo della Corte, e che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è, di fatto, paralizzato, come ha dimostrato la gestione della crisi siriana.

Il Procuratore della Corte Penale Internazionale, per il vero, l'8 febbraio 2018 ha annunciato l'esame preliminare sulla situazione in Venezuela con focus sui crimini che si presume siano stati commessi quantomeno dall'aprile 2017 nel contesto di manifestazioni e dei conseguenti disordini politici ed il 27 settembre 2018, sei Stati firmatari dello Statuto di Roma - la Repubblica Argentina, il Canada, la Repubblica di Colombia, la Repubblica del Cile, la Repubblica del Paraguay e la Repubblica del Perù - hanno presentato all’Ufficio del Procuratore una segnalazione, ai sensi dell’art. 14 dello Statuto, con richiesta di avviare un'indagine sui presunti crimini contro l'umanità commessi nel territorio del Venezuela dal 12 febbraio 2014, al fine di determinare se una o più persone debbano essere accusate della commissione di tali crimini.

Nel mentre si valuta se sussistono gli elementi necessari per poter passare alla fase successiva ed aprire le indagini, tuttavia, il tempo passa e diventa sempre più assordante l’interrogativo posto da Lorent Saleh, il quale ha potuto contare sulla continua assistenza del Foro Penal, un'organizzazione venezuelana per i diritti umani, composta da più di 100 avvocati e un gruppo di oltre 5.000 attivisti, che dedicano il loro tempo e le loro competenze all'assistenza legale delle persone prive di risorse finanziarie che siano vittime di detenzioni arbitrarie in violazione dei principi del giusto processo, nonché di violazioni dei diritti umani, torture, trattamenti inumani e maltrattamenti, specialmente con riferimento al momento della detenzione.

A margine dell’evento, inoltre, l’Unione delle Camere Penali Italiane, con l’Avv. Federico Cappelletti, Responsabile dell’Osservatorio Europa con l’Avv. Prof. Gustavo Pansini, ha incontrato il Prof. Michel Forst, Relatore speciale dell’ONU sulla situazione dei difensori dei diritti umani, per contribuire alla redazione del suo prossimo report sul tema dell’impunità delle violazioni dei diritti umani nei confronti delle difensore e dei difensori dei diritti umani che sarà presentato ad ottobre nell’ambito della 74esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.