11/08/2019
POPULISMO, VERO O VIRTUALE ?

In questo preciso momento, nel nostro paese, il populismo non rappresenta più una moda o una corrente di pensiero, ma è divenuta una vera e propria forma di governo.

Gli eletti dal popolo sono così profondamente legati al suo sentire da non aver più in mente quello che dovrebbe essere l’obiettivo principale, ovverosia realizzare il programma che li ha premiati e costretti ad una improbabile ed ibrida coalizione. 

Ed ecco che è arrivata la crisi, già da tempo preannunciata.

E con essa continua la ricerca dello share, la condivisione della gente, coltivando anche il più basso istinto della base elettorale, convinti del fatto che soltanto una propaganda continua, incessante e proficua può salvare seggi e potere. 

Oggi un “twitt” ed un “post” ministeriale vale più di ogni programma politico organico, ancor più se risulta sovversivo di valori di rango costituzionale, se incita all’odio e getta benzina sul fuoco, perchè questa è la vera cartina tornasole del gradimento degli elettori. 

Se sol potessero, coloro che stanno al governo, salterebbero la mediazione della stampa con i cittadini, per poi riuscire ad esprimere sempre di più una propaganda senza filtri.

Il famoso quarto potere ha allora, sulle spalle, una forte responsabilità perché rappresenta uno degli argini principali a questa pericolosa deriva giustizialista ed illiberale che ogni giorno attenta allo stato di diritto.

Ciononostante l’ansia da scoop determina sempre più spesso il mancato controllo della notizia, provoca fake news sensazionali, e alimenta l’istinto, la frustrazione e l’odio dell’uomo comune, colpendolo alla pancia, senza più costringerlo a riflettere, esponendolo senza protezione al più becero motto elettorale.

Se un povero carabiniere viene ucciso in servizio, si dà immediatamente la colpa agli immigrati e a chi li salva dai flutti, anche se poi risulta che i due principali indagati, siano, in realtà, giovani cittadini americani di buona famiglia. 

Poco importa, “debbono marcire in galera!” dicono i twitt ministeriali, e così, se viene divulgata un’immagine di uno dei due indagati bendato e ammanettato ad una poltrona prima di aver visto un avvocato e un giudice, si tratta di un gioco innocuo non di un trattamento illegale e disumano, come dicono le leggi sovraordinate.

Al diavolo la presunzione di innocenza! È stato ucciso un Carabiniere e c’è sol da sperare che gli avvocati non utilizzino un volgare cavillo per invalidare il processo e che i due americani non la facciano franca come quella…..assassina di Amanda, dice il popolo.

Un popolo che da tempo non crede nella giustizia, non rispetta le sentenze di segno contrario a ciò che si aspetta e che in questi giorni vuol sentir parlare, più di quanto si faccia, ovunque, di Bibbiano, teatro di una delle indagini mediatiche dell’anno, quella denominata “Angeli e Demoni”.

Il tema è quello, come sappiamo, delicatissimo, attuale e coinvolgente dei bimbi sottratti alle famiglie per intervento degli assistenti sociali, che diventa sconvolgente ed accende l’animo di ogni genitore non appena viene divulgata la prima falsa (e smentita) notizia che alcuni degli indagati somministrassero ai minori la terapia dell’elettroshock per ricordare e riferire gli abusi e i maltrattamenti subiti nel passato.

Clamore su clamore, il Sindaco di Bibbiano, colpito da provvedimento cautelare, dai primi spot mediatici appare coinvolto a pieno titolo nella vicenda, quando si scoprirà, grazie alle parole del Procuratore capo di Reggio Emilia, che egli è totalmente estraneo a qualsiasi condotta lesiva, oltre che alla incriminata gestione delle procedure di affidamento dei minori.

Costui che, forse, dovrà rispondere davanti alla magistratura di abuso d’ufficio, sicuramente, oggi, davanti all’opinione pubblica, deve rispondere del fatto di essere iscritto ed espressione del proprio partito politico.

Dalle fake news di un procedimento penale nasce così una vera e propria questione politica, per cui le forze di maggioranza addebitano alla sinistra la genesi, la paternità di una metodologia invasiva, affrettata ed interessata, nel trattamento di questi delicatissimi casi.

Sul banco degli imputati, invece delle persone indagate, si siede una matrice ideologica lesiva dei valori della famiglia, colpevole di aver forzato troppo, e in modo malvagio, la mano dello Stato.

E così gli Haters, sui social, affermano che i “comunisti” mangiano i bambini, fotosegnalano i dodici bastardi (gli indagati) di Bibbiano ed il popolo reagisce con fiaccolate, cortei e grida al linciaggio proprio mentre qualcuno dei principali indagati viene scarcerato per carenza di gravità indiziaria, mentre si svolgono gli interrogatori di garanzia e mentre continuano le indagini. 

E quel qualcuno, per l’opinione pubblica resterà per sempre colpevole, al di là di ogni ragionevole dubbio, al di là di ogni sentenza favorevole.

D’accordo, purtroppo ci siamo abituati: 

Un’inchiesta giornalistica, per quelle che sono le nostre statistiche, è quasi sempre inquinata dalla presunzione di colpevolezza; tuttavia, se fosse condotta con l’intenzione di capire e non di pregiudicare, se fosse svolta attraverso una ricostruzione meticolosa, se si muovesse fra prove, controlli incrociati, fatti verificabili, potrebbe risultare un primo prezioso disinnesco di questi aberranti meccanismi. 

Se si evitassero almeno le fake news forse lo sport più in voga del momento nel nostro bel paese, tornerebbe ad essere il calcio e non la cultura dell’odio.

Roma, 10 agosto 2019

L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria UCPI