08/09/2020
Ebru Timtik - La nota della CP di Crotone

Pubblichiamo la nota della CP di Crotone per la morte della collega turca Ebru Timtik.

 

Camera Penale di Crotone

La morte di Ebru Timtik crea sgomento.
Ebru si è lasciata morire per inedia, nell’indifferenza di uno Stato che l’ha tenuta in ostaggio.
Ebru ha tentato con una forma di protesta non violenta di tenere alta l’attenzione sulla negazione dei diritti fondamentali nella vicina Turchia.
E lo ha fatto non come una comune attivista, ma come protagonista di un’ingiustizia vissuta sulla sua pelle, la pelle di un avvocato che ha trascorso la sua breve ma intensa vita a combattere per le garanzie di libertà generali ed individuali, e che si è trovata privata, proprio lei, della sua libertà, con la pretestuosa accusa del clichè terroristico.
Ebru non è riuscita ad ottenere per sé un processo equo e trasparente, un processo “fair” come si evoca nel diritto internazionale, un processo che in Italia si pretende come “giusto” secondo le aspettative costituzionali, che però possono essere frustrate con colpi di propaganda giustizialista, sempre in voga e di facile spendita nell’attuale realtà politica.
Storie come Ebru negli Stati antidemocratici ce ne sono tante.
Nasrin Sotoudeh è un avvocato che l’Iran tiene in ostaggio da troppo tempo. La figlia di Nasrin è stata arrestata nelle scorse settimane per porre ulteriore pressione psicologica sulla madre, nel segno dell’oltranzismo antidemocratico più bieco.
Che non si cada però nel luogo comune.
Che non ci si accorga della negazione dei diritti fondamentali, pagati a caro prezzo proprio sulla pelle di giovani avvocati di paesi non così lontani da noi, solo quando gli epiloghi sono così tremendi e tragici.
La battaglia per la difesa delle libertà e dei diritti fondamentali va condotta ogni giorno, anche in casa nostra, dove le proteste non violente vengono portate avanti quotidianamente, dietro le sbarre, ancora da troppi detenuti che denunciano giornalmente la perdita di dignità che si vive tra celle sovraffollate e salute che se ne va, nella noncuranza di un sedicente Stato liberale e democratico.
Questo il monito, affinchè non vi siano altre, troppe, Ebru.
Il Presidente 
Aldo Truncè