26/10/2022
OCSE: l'Unione delle Camere Penali Italiane a difesa dell'indipendenza della magistratura

La lettera “personale”, non si sa a chi indirizzata, del presidente del gruppo di lavoro dell’OCSE contro la corruzione  è un attacco all’indipendenza della magistratura, giudicante e requirente. Di fronte alla più grave delle interferenze, delle delegittimazioni e delle insinuazioni, è calato il silenzio dell’Associazione Nazionale Magistrati. I penalisti italiani, sempre critici severi dell’attuale sistema giudiziario, dicono ai magistrati italiani (ed alla politica) che mai come in questo caso occorre reagire istituzionalmente per difendere insieme l’indipendenza della magistratura, irrinunciabile garanzia per i cittadini.

La nota della Giunta UCPI

In questi giorni si è diffusa sulla stampa la notizia di una lettera “personale”, non si sa a chi indirizzata, redatta da tale Drago Kos, presidente sloveno del gruppo di lavoro dell’OCSE contro la corruzione (Working Group on Bribery), con la quale si critica aspramente un sostituto procuratore generale di Milano che ha rinunziato all’appello della Procura contro la sentenza di assoluzione in un processo per corruzione internazionale.

Sempre dalle notizie di stampa si apprende che la lettera di Drago Kos, che pare vergata su carta intestata OCSE, è stata depositata ai giudici di Brescia dai pubblici ministeri milanesi ivi imputati per presunte omissioni probatorie a discarico nel corso di uno di tali processi conclusisi a Milano con l’assoluzione degli imputati.

Completa il quadro un rapporto di tale gruppo di lavoro nel quale si esprime estrema preoccupazione per il fatto che, si legge negli articoli: “i processi in Italia sui casi di corruzione internazionale abbiano prodotto un alto numero di sentenze di assoluzione”, le quali deriverebbero da un sistematico rifiuto delle prove indiziarie da parte dei giudici italiani, al punto da auspicare una loro migliore formazione in materia di corruzione.

Non entreremo certamente noi nel merito dei processi, dove ognuno è presunto innocente e si difende come meglio crede.

Vorremmo invece ricordare che, come è noto, l’OCSE è l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che a fini consultivi coordina le politiche economiche locali ed internazionali dei Paesi membri; un organismo internazionale che avendo più di 300 comitati e gruppi di lavoro, con 40 mila “esperti”, è comprensibile che si occupi anche dei rapporti tra economia e corruzione internazionale.

Appare invece meno comprensibile che un suo gruppo di lavoro non solo monitori il numero delle sentenze di condanna e di assoluzione di una nazione, ma che, ritenendo evidentemente le seconde una anomalia dei sistemi giudiziari, ne denunzi la frequenza e ne critichi i principi di diritto e le valutazioni di fatto che le hanno ispirate.

Non si tratta solo di una grave interferenza nell’attività giudiziaria di uno Stato sovrano, particolarmente insidiosa anche perché riferita a processi in corso, ma di un inaccettabile attacco all’indipendenza della magistratura, giudicante e requirente, altresì connotato dall’insinuazione per la quale la magistratura italiana darebbe una sorta di copertura giudiziale alle pratiche corruttive delle aziende nazionali all’estero.

L’indipendenza della magistratura, appunto.

Un valore costituzionale che la magistratura associata indica come in pericolo pressoché quotidianamente, vuoi per una proposta di riforma legislativa, vuoi per il trasferimento di un collega.

Invece, di fronte alla più grave delle interferenze, delle delegittimazioni e delle insinuazioni, è calato il silenzio dell’Associazione Nazionale Magistrati.

Non importa se un organo sovranazionale afferma che i giudici italiani assolvono troppo, che non sanno valutare le prove, che andrebbero rieducati, che le sentenze e le requisitorie sono sbagliate: pare che il loro presidente abbia derubricato tutto ciò a “raccomandazioni generali”.

Noi no.

Noi penalisti italiani, sempre critici severi dell’attuale sistema giudiziario, diciamo ai magistrati italiani (ed alla politica) che mai come in questo caso occorre reagire istituzionalmente per difendere insieme l’indipendenza della magistratura, irrinunciabile garanzia per i cittadini.  

Roma, 26 ottobre 2022

La Giunta

 

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