31/01/2023
La Giunta UCPI sulle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario

Anche quest’anno le cerimonie di inaugurazione dell’Anno Giudiziario, sia quella a livello nazionale che quelle celebrate nei vari distretti di Corte di Appello, hanno confermato tutti i limiti da tempo denunziati dall’UCPI. E’ questa la ragione per la quale i penalisti italiani da ben oltre un decennio ormai celebrano autonomamente l’inaugurazione dell’anno giudiziario, insieme a magistrati chiamati ad esprimersi liberamente e senza remore o riserve, in nome di un confronto aperto e vitale con avvocatura ed accademia, senza ospiti mal tollerati o costretti in tempi di intervento puramente formali, come accadrà quest’anno a Ferrara, i prossimi 10 ed 11 febbraio.

Il documento della Giunta

Anche quest’anno le cerimonie di inaugurazione dell’Anno Giudiziario, sia quella a livello nazionale che quelle celebrate nei vari distretti di Corte di Appello, hanno confermato tutti i limiti da tempo denunziati dall’UCPI.

Si tratta di cerimonie che replicano stancamente uno schema sempre più inadeguato a rappresentare la realtà della vita giudiziaria. Ciò soprattutto perché muovono dalla inaccettabile premessa che i Palazzi di Giustizia siano la casa della Magistratura italiana, dove gli altri protagonisti della vita giudiziaria, a cominciare dall’avvocatura, compaiono nella veste di ospiti, nemmeno sempre graditi.

Nel corso di queste cerimonie si diffondono informazioni fondate su dati statistici unilateralmente raccolti e selezionati dai capi degli uffici requirenti e giudicanti secondo criteri ignoti e non condivisi; dati ai quali né i cittadini né gli avvocati hanno diritto di accesso, né tantomeno possono concorrere a raccogliere e selezionare. Così la loro diffusione viene acriticamente e senza eccezioni percepita dai media nazionali come la fedele fotografia della realtà giudiziaria, senza che nessuno osi chiedersi con quali criteri e per quali ragioni siano stati raccolti e diffusi alcuni dati e non altri. Si pensi a titolo di esempio a quelli relativi al numero di ordinanze cautelari, decreti di sequestro e decreti autorizzativi di intercettazioni telefoniche disposte dagli uffici GIP rispetto al numero di rispettive richieste avanzate dagli uffici di Procura. Tali dati sarebbero da soli sufficienti a fotografare in concreto la effettiva terzietà ed indipendenza dei giudici nei confronti del Pubblici Ministeri, e perciò - semmai raccolti - ci si guarda bene dal diffonderli.

Quanto agli inviti verso gli ospiti, registriamo una certa resistenza a dar voce alle Camere Penali Italiane, optandosi per la sola rappresentanza istituzionale e per la contestuale marginalizzazione della rappresentanza politica dell’avvocatura. Una scelta che ovviamente noi non condividiamo, ma che diventa intollerabile ed offensiva quando essa discrimina solo la rappresentanza politica forense e non quella della Magistratura, come per esempio accaduto a Messina; o esclude da ogni invito, anche solo a presenziare, la Camera Penale come accaduto a Salerno.

Quando poi i penalisti italiani presenziano ed intervengono, esprimendo con fermezza le proprie idee e le proprie critiche -per esempio- alla terzietà, statistiche alla mano, del locale Tribunale del Riesame, ciò scatena reazioni di inammissibile durezza ed aggressività da parte dell’ANM e dei vertici degli uffici, come accaduto a Brindisi, a conferma che gli “ospiti” possono sì sedere a tavola, ma guai se si azzardano a criticare il menù.

E’questa la ragione per la quale i penalisti italiani da ben oltre un decennio ormai celebrano autonomamente l’inaugurazione dell’anno giudiziario, insieme a magistrati chiamati ad esprimersi liberamente e senza remore o riserve, in nome di un confronto aperto e vitale con avvocatura ed accademia, senza ospiti mal tollerati o costretti in tempi di intervento puramente formali, come accadrà quest’anno a Ferrara, i prossimi 10 ed 11 febbraio.

Roma, 31 gennaio 2023

La Giunta UCPI

 

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