A Firenze quattro avvocati toscani sono stati destinatari di offese e minacce (tanto da dover uscire da una porta secondaria del Palazzo di Giustizia) al termine di un’udienza davanti alla Corte d’appello di Firenze, ove erano stati impegnati nella difesa di due imputati per il reato di violenza sessuale, per il fatto stesso di aver assunto quel mandato. La piena solidarietà ai colleghi toscani e a tutti i Colleghi impegnati nel difficile compito di baluardo al diritto di difesa.
Il documento dell’Osservatorio Avvocati minacciati.
L’ennesimo attacco al ruolo del difensore.
Il crescente numero di casi, in Italia, di aggressione ad avvocati in ragione, unicamente, dell’esercizio del loro mandato difensivo desta enorme preoccupazione. L’ultimo allarmante episodio (ma con esso si richiama l’attenzione su tutti quelli che anche solo negli ultimi mesi si sono verificati) riguarda quattro avvocati i quali, al termine di un’udienza davanti alla Corte d’appello di Firenze, ove erano stati impegnati nella difesa di due imputati per il reato di violenza sessuale, sono stati destinatari di offese e minacce (tanto da dover uscire da una porta secondaria del Palazzo di Giustizia) per il fatto stesso di aver assunto quel mandato. Il pregiudizio che accomuna l’attività difensiva alla difesa del reato è frutto di una cultura populista e demagogica in totale spregio dei principi costituzionali che annoverano il diritto di difesa tra quelli fondamentali del cittadino.
L’attacco al ruolo del difensore è ancora più odioso perché rivolto anche ad una avvocata “colpevole” in quanto donna, di aver assunto la difesa di un presunto violentatore.
Con tali esternazioni si vuole così mandare un messaggio violento, in particolare diretto alle colleghe, come se fosse incompatibile con “l’essere donna” il difendere chi è accusato di certi delitti. Esternazioni figlie di una subcultura per la quale vi sono imputati che non meritano la difesa e per i quali la semplice accusa si identifica nella responsabilità.
È paradossale, in una società che si vuole evoluta e democratica, ritenere “poco etico” che una donna possa difendere un uomo accusato di particolari reati; il ruolo e la dignità dell’avvocato non hanno mai connotazioni di genere.
L’Avvocato penalista svolge il suo mandato al fine controllare che il difficile percorso verso l’accertamento dei fatti in sede processuale (l’unica possibile in uno Stato democratico) avvenga secondo le regole (anch’esse tutelate costituzionalmente) di un processo giusto. Questa regola di convivenza richiede da parte di tutti i soggetti coinvolti un grande senso di responsabilità e di collaborazione, spesso in un momento di comprensibile alta tensione emotiva. Rispetto dei ruoli, delle funzioni e sobrietà degli organi di informazione che tanto potrebbero fare, insieme a tutti gli altri soggetti, per invertire questa deriva che non giova a nessuno. Esprimiamo quindi piena solidarietà a tutti i Colleghi impegnati nel difficile compito di baluardo al diritto di difesa.
L’Osservatorio Avvocati Minacciati
Roma, 8 novembre 2024