Il documento della Giunta e dell’Osservatorio Europa relativo alla partecipazione dell’Unione delle Camere Penali Italiane al progetto DIGITAL RIGHTS, co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma JUST 2027, che mira a rafforzare l'implementazione delle direttive europee in tema di garanzie procedurali per le persone indagate o imputate in procedimenti penali nei casi in cui il diritto penale si confronta con l'uso delle nuove tecnologie.
Venerdì 22 novembre 2024 a Rimini, presso la sede di Agenfor International Foundation, si è svolto il kick-off meeting del progetto DIGITAL RIGHTS, co-finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del quale l’Unione delle Camere Penali Italiane, nella sua qualità di partner, è stata rappresentata dal co-responsabile dell’Osservatorio Europa, Avv. Federico Cappelletti, che ha presentato gli obiettivi generali del progetto, delineandone gli aspetti culturali e giuridici.
Il progetto - che vede coinvolto un consorzio che ha come capofila il Ministero della Giustizia attraverso la Corte d'Appello di Venezia e quali partner, oltre ad UCPI, la Fondazione Agenfor International (ITA), la European Public Law Organization (GRE), l'Institut Européen de l'Expertise et de l'Expert (FRA) e la Hochschule fur Offentliche Verwaltung (GER) - mira a rafforzare l'applicazione pratica delle direttive europee della Roadmap di Stoccolma nei procedimenti penali, concentrandosi su due aspetti principali:
1. le imputazioni per i reati previsti dalla Convenzione di Budapest;
2. le imputazioni per altri reati in cui le prove elettroniche e le indagini basate sulla digital forensics sono al centro delle attività della Pubblica Accusa e del processo.
Più specificamente, si propone di:
- studiare il modo in cui le principali direttive europee sui diritti processuali di indagati e imputati sono state recepite nelle legislazioni nazionali degli Stati membri coinvolti nel progetto ed identificare le lacune e le incongruenze nella loro implementazione nell’ambito dei processi per i reati previsti dalla Convenzione di Budapest o nei quali siano state raccolte prove elettroniche o impiegate tecnologie di digital forensics durante le indagini;
- valutare i rischi legati all'applicazione pratica delle direttive sulle garanzie procedurali in ogni Stato Membro coinvolto e identificare gli interventi per mitigarli;
- sviluppare linee guida non vincolanti con un'ottica europea sui diritti definiti, in particolare, dalle direttive (UE) 2016/1919, 2013/48/UE e 2012/13/UE in relazione a:
a. diritti delle persone accusate nelle perquisizioni digitali transnazionali con l'utilizzo delle procedure previste dalla direttiva 2014/41/UE;
b. impiego di strumenti investigativi quali trojan horse e localizzazione GPS;
c. accuse basate sull'accesso a repository multitenant, come cloud o server virtuali, o database contenenti dati massivi, in relazione ai principi di proporzionalità e alla giurisprudenza sulla conservazione dei dati stabilita dalla Corte di Giustizia dell'UE;
- fornire attività formative sulla valutazione dei rischi e sui piani di mitigazione agli operatori del settore nonché sulla predisposizione di linee guida ai responsabili delle politiche in materia.
Con la partecipazione al consorzio del progetto DIGITAL RIGHTS si conferma la volontà dell’Unione delle Camere Penali, attraverso la sua Giunta e con il supporto dell’Osservatorio Europa, di essere protagonista, insieme ai propri partner, di un percorso volto a favorire occasioni di confronto e formazione in Italia e in Europa sui temi più attuali del diritto penale esaminati alla luce delle garanzie e dei diritti fondamentali delle persone coinvolte nel processo e durante l’esecuzione della sentenza di condanna. Un percorso che, come noto, la vede attualmente impegnata anche negli ulteriori progetti ViSAR, sugli strumenti del diritto UE afferenti la tutela delle vittime di reato, SOURCE, sull’utilizzo delle nuove tecnologie nell’ambito delle indagini transazionali, e PRE-AND-POST, incentrato sul trasferimento delle misure cautelari e delle misure alternative alla detenzione non detentive nell’UE.
Roma, 27 novembre 2024.
La Giunta
L’Osservatorio Europa