La nota della Giunta
L’ANM ha organizzato per oggi pomeriggio una manifestazione a Milano che si aprirà sulla scalinata del Tribunale con i magistrati che in toga “impugnano” la Costituzione. Analoghe manifestazioni sono previste a Roma e Bari.
Vorrebbero recitare, come già hanno fatto in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario, il ruolo di garanti e di difensori della Costituzione contro la riforma della magistratura in corso di approvazione in Parlamento.
L’ANM dimentica che i Padri costituenti hanno introdotto nella Carta costituzionale un principio fondamentale per garantire l’adeguamento dell’Ordinamento all’evoluzione della vita sociale, economica e politica del Paese, attribuendo tale compito al Parlamento, la cui iniziativa è al contempo controbilanciata da un procedimento rinforzato con doppio passaggio di Camera e Senato. Se poi l’approvazione della riforma non interviene con la maggioranza dei due terzi la stessa deve essere sottoposta a referendum confermativo.
Dietro queste iniziative si cela tuttavia un paradosso.
Quello che l’ANM vuole difendere non è affatto l’assetto costituzionale originariamente voluto dai Padri costituenti, ma quello che la Magistratura stessa, sebbene istituzionalmente priva di legittimazione, ha sin dalla fine degli anni ’60 inteso adottare, trasformando il CSM, da organo di garanzia, in un organo politico spartito fra le correnti, che non ha eguali al mondo per attribuzioni di potere, funzioni, personale e disponibilità finanziarie.
I risultati delle devianze correntizie e delle commistioni con la politica sono sotto gli occhi di tutti ed hanno prodotto la più ampia delegittimazione dell’Ordine giudiziario della storia repubblicana.
Ciò che dicono di difendere ha dunque molto poco a che fare con quello che sta scritto nella Costituzione.
Basterebbe leggerla, anziché impugnarla, per rendersene conto.
Roma, 10 giugno 2025
La Giunta UCPI
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