11/03/2020
Emergenza giustizia ed emergenza carceri: la lettera al ministro Bonafede

Pubblichiamo la lettera inviata al Ministro della Giustizia.

Ill. Signor Ministro della Giustizia

On.le Alfonso Bonafede

 

Signor Ministro,

il dramma sanitario che il Paese sta vivendo richiede assoluta chiarezza dei provvedimenti assunti per affrontarlo. Con il DL 11/2020 si è data una prima risposta per consentire l’adattamento della macchina giudiziaria alla fase di vera e propria emergenza. I penalisti italiani sono impegnati in questi giorni con abnegazione nella interlocuzione con gli Uffici Giudiziari per la corretta applicazione delle nuove norme e per spiegare agli utenti la risposta del Sistema alla eccezionalità della situazione.

L’estensione a tutto il territorio Nazionale di regole cogenti per evitare il contagio impone da subito un intervento che dilati, quantomeno fino al 3 aprile 2020, la disciplina di sospensione dei termini processuali e di rinvio delle udienze calendarizzate. Non è infatti pensabile, quali che possano essere le pratiche eventualmente adottate nei diversi distretti, che avvocati e parti siano costretti alla mobilità nel territorio, incompatibile con le linee guida emanate a tutela della salute pubblica.

Qualche interpretazione francamente speciosa, pubblicata con sconcertante tempestività, ha proposto una lettura restrittiva della sospensione dei termini processuali che sarebbe riservata ai soli procedimenti con udienza fissata nel periodo. E’ evidente che se così fosse gli avvocati sarebbero costretti a recarsi negli studi impegnando se stessi, i propri collaboratori e il personale di segreteria nella materiale redazione di atti per poi procedere al loro deposito convocando assistiti e parti, non interrompendo insomma l’attività di relazione tra le persone, obbiettivo che la legge ha inteso imporre. E’ necessaria una interpretazione autentica dell’art. 1 del DL affermando come la sospensione dei termini, ferme le deroghe previste, debba necessariamente interessare tutti i procedimenti.

Riteniamo altresì necessario un provvedimento che autorizzi i difensori a depositare atti difensivi, senza eccezioni, mediante posta elettronica certificata.

Signor Ministro, oggi Ella è chiamato in Parlamento per riferire sulla devastante situazione creatasi nelle carceri italiane. Il grave pericolo che corre la salute pubblica richiede misure urgenti per alleviare le pesantissime condizioni di vita all’interno degli Istituti Penitenziari. Sarà il Parlamento eventualmente chiamato a discutere di provvedimenti clemenziali, la situazione però richiede risposte immediate. Sono da subito possibili provvedimenti urgenti che consentano in via ordinaria la detenzione domiciliare per le pene brevi e prevedano l’assoluta eccezionalità della custodia cautelare in carcere alleggerendo così la condizione di sovraffollamento.  Sono ben chiare le profonde differenze di riferimenti culturali che stanno alla base della Nostra e della Sua concezione del diritto penale e della pena, ma quelle che ci permettiamo di indicarLe sono misure urgenti di assoluta ragionevolezza che non possono non incontrare il favore di tutte le persone di buona volontà. 

In attesa di un Suo riscontro, voglia ricevere i nostri più cordiali saluti

Roma, 11 marzo 2020

 

Il Presidente
Avv. Gian Domenico Caiazza

Il Segretario
Avv. Eriberto Rosso

 

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