25/01/2021
Portale telematico ed esercizio del diritto di difesa: l'Unione scrive al Capo Dipartimento Dott.ssa Fabbrini

Pubblichiamo la lettera del Presidente Caiazza al Capo Dipartimento dell’Amministrazione Giudiziaria, del personale e dei servizi, Dott.ssa Fabbrini, con la quale l'Unione segnala le numerose disfunzioni del Portale Telematico del penale, le conseguenti limitazioni dell’esercizio dell’attività difensiva, e propone un periodo congruo (di almeno un anno) nel quale l’utilizzo del Portale sia previsto come facoltà e non come obbligo, in attesa di veder risolte e le molte problematiche di utilizzo. 

Gentile Dott.ssa Barbara Fabbrini

Capo Dipartimento dell’Amministrazione Giudiziaria,
del personale e dei servizi

Ministero della Giustizia

 

Gentile Dottoressa Fabbrini,

nello spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto l’Unione Camere Penali Italiane, Le scrivo, a nome della Giunta UCPI, per segnalare forti criticità nel funzionamento del cd. Portale del Processo Penale Telematico, muovendo dalla considerazione che ogni disfunzione, ogni criticità, ogni malfunzionamento, si traduce inevitabilmente in un pregiudizio per il compiuto e sereno esercizio del diritto di difesa.

A nostro avviso, finché non saranno risolte tutte le numerose problematiche che stiamo riscontrando, risulta indispensabile sospendere l’obbligo di utilizzo in via esclusiva del portale per il deposito degli atti.

Solo qualche esempio. Nei procedimenti in cui è già nominato prima della conclusione delle indagini o all’atto della notifica dello stesso, il difensore non risulta automaticamente autorizzato all’accesso dal Portale a quel determinato procedimento, senza peraltro che ciò comporti una sospensione dei termini processuali che scandiscono l’attività difensiva.

Inoltre, una volta effettuato il deposito della nomina sul portale, occorre attendere un riscontro - che in alcuni casi documentati non arriva nemmeno dopo settimane – per poter procedere con le attività difensive previste dell’art. 415 bis c.p.p.

Spesso accade che il portale vada in blocco, con un rallentamento esasperante nel suo funzionamento, con conseguenze facilmente immaginabili nel caso di termini di imminente scadenza.

Sorprendente, inoltre, è rilevare come ogni Procura abbia un proprio “approccio” al Portale, e come in alcuni casi – documentati – lo stesso non funzioni affatto; senza considerare le varie “circolari” interpretative o organizzative che hanno già creato una vera e propria Babele giudiziaria, non compatibile con le più elementari esigenze di certezza del diritto.

Dobbiamo constatare che allo stato non ci risulta la esistenza di relazioni da parte degli Uffici di Procura sul funzionamento del rispettivo Portale (relazioni che invece chiederemo alle singole camere penali territoriali, sempre nello spirito di collaborazione che sempre ispira le nostre interlocuzioni con il Ministero).

Infine – ma questo riguarda soprattutto l’ufficio legislativo del Ministero – assistiamo non senza sconcerto all’emissione di decreti ministeriali ai quali di fatto si attribuisce forza normativa di fonte superiore -poiché derogatoria- rispetto alle norme del codice di procedura penale (Decreto 13 gennaio 2021 - Deposito di atti, documenti e istanze nella vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 - pubblicato in GU Serie Generale n.16 del 21-01-2021). Più che “potenziare il processo penale telematico” per decreto, andrebbero eliminati per legge tutti gli ostacoli all’esercizio del diritto di difesa che il Portale sta creando.

Riteniamo indifferibile la necessità di prevedere, mediante copertura di legge,  un periodo congruo (di almeno un anno, a nostro avviso) nel quale l’utilizzo del Portale sia previsto come facoltà  e non come obbligo, in attesa di veder risolte queste e le molte altre problematiche che i penalisti italiani stanno quotidianamente riscontrando nell’uso di uno strumento certamente prezioso, ma altrettanto certamente bisognevole di un adeguato periodo di rodaggio e di messa a regime, in costanza del quale non venga pregiudicato il normale esercizio del diritto di difesa.

Saremmo lieti di poterLa incontrare per meglio rappresentarLe, nel dettaglio, tutte le problematiche che ci vengono segnalate dai Colleghi, e che constatiamo tutti quotidianamente.

In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro, desidero rivolgerLe i sensi della più viva cordialità.

Avv. Gian Domenico Caiazza

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