La risoluzione adottata dalla ECBA sulla tutela del lavoro dei membri dell'Associazione nazionale ucraina degli avvocati (UNBA) consente all’Osservatorio Europa, con i suoi responsabili Avvocati Amedeo Barletta e Federico Cappelletti, di ribadire il sostegno dell’avvocatura italiana ai colleghi ucraini per il loro coraggioso contributo alla tutela dei valori del diritto di difesa e dello stato di diritto che si concretizza quotidianamente attraverso la difesa degli imputati nei complessi procedimenti in corso nel paese aggredito per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Pubblichiamo la nota dell'Osservatorio Europa UCPI
L’European Criminal Bar Association (ECBA), della quale l’Unione delle Camere Penali Italiane è membro collettivo dal 2020, in occasione della tradizionale Conferenza di primavera tenutasi quest’anno a Varsavia ha ritenuto di adottare una risoluzione di supporto al lavoro dei membri dell'Associazione nazionale ucraina degli avvocati (UNBA).
Nel corso della Conferenza, che ha visto tra i partecipanti anche il Presidente della Corte Penale internazionale giudice Piotr Hofmański, sono state discusse le conseguenze giuridiche della invasione dell’Ucraina da parte della Russia ed affrontate le gravi sfide che si stanno ponendo alla giurisdizione ed allo stato di diritto in Ucraina.
A questo proposito, avendo avuto contezza attraverso la relazione del vice presidente della Associazione degli avvocati ucraini (UNBA), Avv. Valentyn Gvozdiy, delle gravi difficoltà che incontrano nella loro attività di tutti i giorni i colleghi ucraini che si rendono disponibili a difendere gli imputati di gravi crimini di guerra e di crimini contro l’umanità dinanzi ai Tribunali dello Stato ucraino, gli avvocati penalisti europei membri di ECBA hanno deciso di adottare una risoluzione di sostegno al lavoro dei legali, richiamando lo Stato ucraino e le autorità giudiziarie del paese a garantire la sicurezza e la piena agibilità della professione legale anche nel contesto dei procedimenti giudiziari connessi ai crimini conseguenti all’invasione russa.
Sono infatti numerosi i casi di violenza, minaccia, intimidazione nei confronti degli avvocati che decidono di accettare la difesa dei soggetti imputati di crimini di guerra nei processi istruiti dalle corti ucraine. Spesso intorno agli avvocati che rappresentano gli imputati viene generato un clima di sospetto e di fastidio alimentato anche da parte della stampa e di alcuni esponenti politici oltre che addirittura da membri stessi dell’ordine forense.
L’attività di questi colleghi coraggiosi va tutelata e promossa perché in situazioni di oggettiva difficoltà rappresentano un modello di difensore che garantisce l’effettività del diritto di difesa e la supremazia dei valori più profondi connaturanti lo stato di diritto.
Non esiste infatti democrazia e stato di diritto senza un effettivo ed efficace diritto di difesa e la stessa legittimità dei processi intentati contro i criminali di guerra abbisogna del rispetto dei più elevati standard internazionali e dei principi pure iscritti nella Costituzione ucraina e nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che è parte integrante dell’ordinamento ucraino.
L'ECBA esorta dunque le autorità ucraine a garantire la protezione degli avvocati ucraini, a far sì che la Procura Generale e le forze dell'ordine prendano provvedimenti per porre fine a qualsiasi atto di interferenza con le attività degli avvocati, a qualsiasi attacco agli avvocati e a qualsiasi tentativo di esercitare pressioni su di loro; a condannare tutti gli atti di violenza e a indagare in modo tempestivo, imparziale ed efficace su tutti gli attacchi violenti contro gli avvocati.
Si tratta di un auspicio cui aderisce l’Osservatorio Europa e l’intera UCPI.
Roma, 11 maggio 2023