Il trattenimento amministrativo dei migranti formalmente esorbita dall’area della giurisdizione penale, ma presenta con questa robusti profili di affinità, anche per le finalità improprie che, neppure troppo velatamente, ne costituiscono motivazione recondita, spesso legata a giudizi di pericolosità sociale sottesi a presupposti amministrativi ondivaghi che lasciano totale arbitrio all’autorità di polizia.
La tutela dei diritti, oggi, deve prescindere dalle etichette e rivolgere il proprio sguardo sulla sostanza delle situazioni. Proprio la creazione di aree di controllo sociale estranee alle tradizionali forme e al relativo ambito di garanzie, ma altrettanto invasive, costituisce una delle principali frontiere della riflessione scientifica e dell’attività di difesa delle libertà.
L’Unione delle Camere Penali Italiane ha intrapreso la proprio attività di monitoraggio e di vigilanza sul fenomeno del trattenimento amministrativo dei migranti parallelamente a quella indirizzata verso i luoghi di detenzione penitenziaria già da diversi anni. Ha oggi deciso di dedicarvi un’attenzione più specifica mediante la creazione di un’apposita commissione, nella convinzione che questo rappresenti un vero e proprio nervo scoperto della nostra società democratica.
La commissione si occuperà di promuovere ed elaborare una riflessione collettiva, nell’ambito della comunità dei penalisti, sugli aspetti fondativi e sui profili di criticità, rispetto al panorama costituzionale e convenzionale della normativa sull’argomento, al contempo aspirando all’esercizio di un diretto monitoraggio, anche attraverso visite ispettive dei luoghi di detenzione, che consenta di disvelare la concreta attuazione che a questa materia viene riservata e con quali ricadute sulla tutela degli spazi di libertà e dignità degli individui coinvolti.