03/06/2024
A Riccardo Polidoro, alla sua storia, alla sua passione, al suo contributo, la prima edizione del premio a lui dedicato

Pubblichiamo le motivazioni della Giuria. Il premio sarà consegnato ai figli di Riccardo Polidoro nel corso della sessione dedicata dell’Open Day dell’Unione Camere Penali il 7 giugno a Rimini.

La Giuria del Premio In difesa della dignità e della speranza dei detenuti “Riccardo Polidoro” ha deciso, all’unanimità, di assegnare il premio della prima edizione proprio a Riccardo Polidoro, alla sua storia, alla sua passione, al suo straordinario contributo in difesa della dignità e della speranza dei detenuti.  Il premio sarà consegnato ai figli di Riccardo nel corso della sessione dedicata dell’Open Day dell’Unione Camere Penali il 7 giugno a Rimini.

La Giuria ha motivato così la propria scelta:

«Fortiter in re, soaviter in modo, ha instancabilmente difeso la dignità delle persone private della libertà e il loro diritto a coltivare la speranza, dando voce e volto alle ragioni umanitarie di un "carcere possibile".

Avvocato dal tratto elegante accompagnato dalla fermezza delle idee, ha saputo portare con notevole competenza e garbo l’attenzione per gli ultimi al centro della riflessione della politica, della magistratura e dell’avvocatura, sin dalla fondazione anni or sono del “Carcere Possibile Onlus” a Napoli, per poi dirigere l’Osservatorio Carcere dei penalisti italiani dal 2015, con passione, impegno e dedizione tali da essere da esempio per tutti, non solo per gli avvocati.  Nel 2015 è stato chiamato a coordinare il Tavolo 16 degli Stati generali dell’esecuzione penale dedicato ad un tema fondamentale: “Ostacoli normativi all'individualizzazione del trattamento rieducativo”, e nel 2017 ha fatto parte della Commissione ministeriale per la riforma dell’ordinamento penitenziario, in entrambi i ruoli fornendo un contributo straordinario di competenza, di passione e di determinazione.

Dinanzi alla siderale distanza dai valori costituzionali di tante e tante pagine di ordinaria indifferenza per la stessa dignità delle persone detenute, sorgeva in lui prepotente il moto della ribellione morale e si accresceva il bisogno di dare respiro culturale e politico ampio e profondo all’organizzazione di un’azione quotidiana di autentica vigilanza democratica, necessaria per contrastare la rassegnazione e il cinismo dei più.

Mancheranno a tutti la sua toga intessuta di ideali e di generosa passione, la sua dedizione inesausta a difesa di coloro che difensore non hanno, gli editoriali scritti con l’inesauribile inchiostro del suo impegno civile, la sua voce alta, non di decibel o di retorica, al di sopra di corporativismi e di miserie polemiche, il suo instancabile lavoro legislativo impegnato ad abbattere muri normativi indegni di un uomo».

La Giuria: Francesco Petrelli, Giovanni Melillo, Glauco Giostra, Rinaldo Romanelli, Nicola Mazzacuva, Gianpaolo Catanzariti, Giorgio Varano.