06/07/2024
Per una “reale” umanizzazione della pena.

Suicidi in carcere, i rimedi proposti dal Governo appaiono davvero insufficienti. È quanto mai impellente l’emanazione di provvedimenti idonei a risolvere, in tempi rapidi, la condizione in cui vivono e muoiono i detenuti nelle carceri italiane, partendo dall’approvazione del disegno di legge Giachetti-Bernardini. Il documento della Giunta.

Di fronte al numero dei suicidi in carcere, che nella giornata appena trascorsa ha raggiunto la terribile soglia di 53 morti in poco più di sei mesi dall’inizio dell’anno, i rimedi proposti dal Governo con il DL per “l’umanizzazione delle carceri”, appaiono davvero insufficienti.
Se alcune delle soluzioni preannunciate nel comunicato diramato all’esito del Consiglio dei Ministri potrebbero produrre qualche effetto positivo nel lungo periodo, allo stato i rimedi indicati si caratterizzano per la loro inadeguatezza a fronteggiare l’emergenza del sovraffollamento carcerario.   
Risulta irrisorio l’impegno ad assumere 500 unità di agenti del Corpo di Polizia penitenziaria per l’anno 2025; irrilevanti - ove non farraginose - le nuove dinamiche procedimentali volte alla concessione della liberazione anticipata; inidonea ad incidere in tempi brevi sull’incremento della applicazione delle misure penali di comunità la creazione di elenchi delle strutture residenziali idonee.                                            
Nessuna delle misure previste possiede concrete ricadute sull’impellente necessità di ridurre il numero dei detenuti, garantire cure e assistenza ai soggetti affetti da fragilità e disagi psichici, evitare nuovi ingressi limitando l’adozione di misure cautelari in carcere, interrompere il decorso dell’esecuzione della pena reso inumano e degradante a causa delle carenze strutturali, della mancanza di risorse umane e strumentali adeguate e di sproporzione assoluta fra offerta trattamentale e popolazione detentiva.
Nonostante l’ennesimo monito rivolto dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa appena due settimane fa, con il quale si è chiesto al nostro Paese di adottare misure generali, concrete ed efficaci, per far fronte al numero di suicidi senza precedenti e ad assicurare residenze alternative al carcere per i detenuti che soffrono di disturbi psichiatrici, è mancata una doverosa e concreta assunzione di responsabilità da parte del Governo.   
È quanto mai impellente, in attesa di un ripensamento complessivo dell’esecuzione penale, l’emanazione di provvedimenti idonei a risolvere, in tempi rapidi, la condizione in cui vivono e muoiono i detenuti nelle carceri italiane, partendo dall’approvazione del disegno di legge Giachetti-Bernardini.
A fronte delle condizioni di oggettiva inciviltà in cui versano le carceri in Italia, auspichiamo che la politica abbandoni inutili slogan e scelga di operare, in aderenza ai principi costituzionali, ponendo in essere rimedi immediati e urgenti realmente sottesi all’umanizzazione della pena ed al superamento delle attuali condizioni di sostanziale illegalità.
 
Roma, 6 luglio 2024
 
La Giunta